Lettori fissi

lunedì 25 luglio 2016

Recensione "raccontami di un giorno perfetto" di Jennifer Niven

Ciao a tutti voi lettori, quest'oggi vi proporrò una recensione di un libro che ha occupato una piccola parte nel mio cuore (d'altronde quale libro di buona scrittura non lo fa?) per la trama e le basi che ha. Vi lascio alla recensione e per qualsiasi informazione chiedete nei commenti, vi risponderò al più presto!

Tengo solo a precisare, per evitare equivoci, che tutto quello che troverete scritto sotto saranno solo mie opinioni, se non siete d'accordo con qualcosa fatemelo notare.
 
 
 
 
Titolo: Raccontami di un giorno perfetto                     
    
Data di pubblicazione: 31 marzo 2015

Casa Editrice: De Agostini
 
Autrice: Jennifer Niven
 
Prezzo cartaceo: € 14,90
 
Prezzo ebook: € 6,99
 
Pagine: 400
 
Opinione: 3/5






Trama: 

È una gelida mattina d’inverno quella in cui Theodore Finch decide di salire sul tetto della scuola solo per capire che cosa si prova a guardare di sotto. L’ultima cosa che si aspetta però è di trovare qualcun altro lassù, in bilico sul cornicione. Men che meno Violet Markey, una delle ragazze più popolari del liceo. Eppure Finch e Violet si somigliano più di quanto possano immaginare. Sono due animi fragili: lui lotta da anni con la depressione, lei ha visto morire la sorella in un terribile incidente d’auto. È in quel preciso istante che i due ragazzi iniziano a provare la vertigine che li legherà nei mesi successivi. Una vertigine che per lei potrebbe essere un nuovo inizio, e per lui l’inizio della fine… 

Opinione: 

Cosa si può dire di questo libro? Mi è piaciuto?
Partiamo da una cosa alla volta, ovviamente questo libro a pregi e difetti e cercherò di spiegarli tutti senza fare il minimo spoiler, se mi scappasse qualcosa chiedo perdono!
Il protagonista, Theodore, ha idee molto stravaganti e "importanti", caratterialmente mi piace molto, mi affascina il suo modo di pensare anche se palesemente romanzata. Nonostante ciò trovo molto banale attribuirgli questo nome imponente, molto stile dei romanzi di Dickens, quando i suoi genitori sono molto semplici.
Per quanto riguarda la ragazza non c'è molto da dire, ha subito un trauma, la morte della sorella, nonostante tutti la vedano sempre come la ragazzina perfetta della scuola, questa esperienza la turba ancora.
Penso che l'autrice, Jennifer Niven aveva grandi idee, è stato veramente un peccato le abbia sviluppate in questo modo. Da questo romanzo, per adolescenti che leggono e che possono, perché essendo reso pubblico a tutti hanno il diritto di farlo, prenderlo come riferimento e voce veritiera, non passano affatto dei buoni messaggi.
Il tema trattato è la storia d'amore di questi due ragazzi, resa un po' più "avvolgente" (passatemi il termine) dallo sfondo come tematica il suicidio. Dal libro infatti passano messaggi, assolutamente non voluti dalla autrice, come "il suicidio è figo", "quelli fighi si suicidano per avere attenzioni" e così via. Il che ci poteva anche stare se solo questi messaggi fossero stati trattati all'interno della scuola in cui avviene la vicenda, infatti tutt'oggi molti ragazzi sottovalutano il suicidio e malattia come la depressione.
Questo libro sarebbe stato veramente carino perché ha delle belle basi. Nelle note della scrittrice, Jennifer dice che questo argomento le sta molto a cuore visto che lei stessa ha trovato il corpo di un suo carissimo amico suicida. Notando la terribile esperienza che ha avuto secondo me avrebbe dovuto trattare meglio, con interesse e conoscenze, la tematica del suicidio, anziché, ripeto, metterlo lì come per far più cool il personaggio.
L'ultima cosa che non mi è piaciuta del romanzo è il fatto che palesemente mancano figure adulte, e con ciò non intendo solo i genitori, molti purtroppo assenti, bensì tutti i professori e gli psicologi della scuola, descritti come fannulloni; lo psicologo di Finch spesso infatti diceva cose come "se ti suicidi mi danno meno soldi per non aver fatto il mio lavoro".
Comunque, dopo tutti i madornali difetti, lo consiglio perché è carino immedesimarsi in Theodore per qualche ora, ed è carina la storiella d'amore, suggerisco solo di vedere il libro con distacco e non prendere tutto alla lettera.



Tratto dal testo:

"Il fatto è che ora ho capito: l'importante non è quello si prende, ma quello che ci si lascia dietro"

"A questo mondo c'è qualcosa di buono, se si sa dove cercare. Non tutte le persone sono una delusione, me compreso, e che sopra una collina alta 383 metri si può provare un'ebrezza maggiore che in cima a una torre, se hai accanto la persona giusta" Questa la amo!





/commentate con ciò che ne pensate, se lo avete letto o se vorreste farlo.
email: carlottamarchesi@libero.it /

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